Stanno diventando sempre più fastidiose.
Stanno diventando sempre più difficili da riconoscere.
Stanno diventando sempre più complicate da curare.
Si tratta del grosso gruppo di patologie ascritte alla famiglia delle malattie fogliari estive.
In realtà si tratta di una serie innumerevole di funghi presenti nei terreni che da saprofiti si trasformano, in condizioni di difficoltà in parassiti (nella prima fase si nutrono di detriti vegetali in decomposizione e nella seconda, invece, attaccano tessuti vivi).
Cerchiamo di dare uno sguardo alle forme più presenti nei nostri climi.

Pyricularia grisea o Magnaporthe oryzae (conosciuta negli USA come Gray Leaf spot). E’ ultimamente la malattia fogliare estiva più diffusa e più pericolosa. Colpisce con alta frequenza il Lolium perenne. Di solito aggredisce le giovani piantine, ma può attaccare anche le piante mature. I sintomi appaiono dapprima come macchie piccole, bronzate o grigie sulle lamine fogliari e rapidamente progrediscono fino alla degradazione di tutte le parti aeree della pianta. I singoli punti possono essere circondati da aloni viola e/o gialli. Le punte delle foglie colpite appaiono spesso contorte e a forma di uncino e talvolta presentano un aspetto grigio dovuto a grandi quantità di spore che coprono il tessuto fogliare. Il danno delle foglie è spesso confuso con il tappeto erboso stressato dalla siccità. Il controllo di tipo chimico avviene attraverso il gruppo dei triazoli (utilizzare solo prodotti autorizzati). La pratica più determinate nel controllo è comunque l’impiego di varietà resistenti come Benchmark e Allstarter.
Magnaporthe poae (conosciuta negli USA come Summer patch). Colpisce la Poa pratensis, ma soprattutto la Poa annua. È un patogeno attivo durante la tarda primavera ed in estate quando la crescita delle radici diminuisce. I danni iniziano a comparire durante l’estate perché, a causa dell’infezione, le radici alterate non possono mantenere in vita le piante nei periodi caldi e con gli stress da siccità. I sintomi iniziali ricordano piccole chiazze circolari arancioni-marroni che spesso si riuniscono in gruppi. La maggior parte dei danni al tappeto erboso si verifica sul bordo esterno della macchia. Le aree al centro possono essere ricolonizzate dalla Poa pratensis mediante il ricaccio dei rizomi. L’infezione dall’agente patogeno dipende dalla temperatura e dallo stato di umidità del suolo; quindi è indispensabile avere un buon drenaggio del terreno. Diversi progressi sono stati fatti nello sviluppo di varietà di Poa pratensis con buona resistenza nei confronti del Summer patch, come Award, Jackpot e Answer. Areazioni del terreno, utilizzo di varietà resistenti e l’uso dei triazoli (autorizzati) sono le armi di difesa nei confronti di questo patogeno.

Helminthosporium (Leaf spot/Melting out). Molte malattie fogliari sono provocate da un gruppo di funghi dei generi Bipolaris, Drechslera e Exserohilum. Questi funghi erano riconosciuti in passato in un unico gruppo generico a nome Helminthosporium e molti usano ancora questo termine per comodità. I sintomi si manifestano di solito sulle foglie, dove si producono delle piccole macchie marroni. Man mano che la malattia peggiora, le macchie sulle lamine si espandono e producono un bordo ovale rosso-violaceo scuro attorno a un centro bronzato. Le macchie si allargano fino a quando l’intera larghezza della lama della foglia non è danneggiata. La fase di avvizzimento delle foglie è meno dannosa per il tappeto erboso di quanto non lo sia l’attacco alla corona ed alle gemme di accestimento, che causa un forte diradamento del manto erboso. Il fungo sopravvive ai rigori invernali nelle corone e nelle radici del tappeto erboso o ancora nel feltro e nel terreno. Il patogeno diventa attivo durante il clima fresco e umido di primavera (da aprile a inizio maggio). Le spore sono prodotte sulle foglie e vengono propagate dalla pioggia o dall’acqua di irrigazione sulle nuove foglie emergenti, causando nuove macchie. Successive generazioni di spore (e macchie fogliari) vengono prodotte durante la metà e la tarda primavera. Le spore si spostano sulle zone della corona e delle radici, provocando la fase di fusione della malattia che di solito avviene entro la tarda primavera o durante l’estate. Applicazione eccessive di azoto a pronto effetto rendono più gravi la presenza di macchie fogliari. Il controllo chimico avviene medianti i triazoli (autorizzati dal PAN), anche se il loro impiego deve essere anticipato già nella primavera. L’impiego di cultivar resistenti (varietà endofizzate Bottos) è la vera risposta nei confronti di questo gruppo di patogeni.
Attenzione però: queste malattie possono creare importanti danni in caso di carenza di azoto. Quindi il corretto rapporto nutrizionale e la scelta di concimi a cessione controllata (tipo tecnologia Polyon) rappresentano la prima forma di controllo.