Bottos 1848

I DANNI DURANTE IL PERIODO INVERNALE

Con il termine di Winter kill (o winterkill) ci si riferisce a qualsiasi danno grave o addirittura alla morte dei prati durante i mesi invernali. I suoi sintomi includono chiazze di erba che rimangono marroni, secche e/o in marcescenza o nude dopo che il resto del tappeto erboso ritorna normalmente ad una crescita sana in primavera.

Tendenzialmente i manti erbosi ben curati sono resistenti, ma il clima invernale può essere davvero distruttivo in talune circostanze. Le parti colpite possono impiegare dei mesi per essere riutilizzate oppure richiedono la risemina o la zollatura del prato.

Le condizioni che possono provocare il fenomeno del Winter kill sono svariate. Queste includono malattie come muffa della neve, copertura di ghiaccio, traffico, gelo, essiccazione e danni diretti da basse temperature. Proviamo ad esaminare più da vicino alcuni di questi elementi.

  • Disseccamento da freddo: le specie da tappeto erboso possono sopravvivere quasi a qualsiasi temperatura se sono coperte da un’adeguata coltre di neve, ma l’erba scoperta in condizioni molto fredde continuerà a traspirare (perdendo umidità e ossigeno) anche dopo che il terreno è ghiacciato. Le radici congelate non possono sostituire l’umidità aspirata dai venti freddi e secchi e le piante possono subire la morte cellulare e anche la morte delle corone. Negli ultimi anni, l’essiccazione a causa di condizioni miti, la mancanza di copertura nevosa e l’essiccazione dei venti in tardo inverno sono stati la principale causa di danni invernali in tutta la penisola italiana. La Poa pratensis e l’Agrostis stolonifera tendono ad essere abbastanza tolleranti alle basse temperature; il Lolium perenne, la Festuca arundinacea e la Poa annua, tra le microterme, hanno invece maggiori probabilità di essere danneggiati dalle basse temperature. Le macroterme, naturalmente, sono generalmente più suscettibili ai danni da freddo. La Bermudagrass (Cynodon spp) è facilmente deteriorata, mentre La Zoysia japonica e la Buchloe dactyloides sono più tolleranti.
  • Muffa della neve (Microdochium nivale): quando la neve pesante cade sul terreno che non è ancora freddo, le condizioni umide possono favorire una varietà di malattie fungine note collettivamente come muffe della neve. In primavera, quando la neve si scioglie, si noteranno delle macchie sfocate o più marcate, di colore rosa o grigio, che coprono porzioni del prato. Se l’attacco non è troppo virulento il Microdochium nivale muore mentre il sole e le brezze precoci primaverili asciugano la coltre, ma se il prato è stato infettato per un lungo periodo, l’erba potrebbe non recuperare e richiedere interventi chimici di difesa e risemina dell’area.
  • Congelamento della corona: le porzioni più delicate delle graminacee da tappeto erboso, vale a dire le corone, possono essere uccise se il clima caldo e umido è seguito da un improvviso congelamento. Questo è più comune tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, specialmente quando si verifica una brina inaspettata nei climi caldi, ma può capitare anche in tardo autunno. Il congelamento della corona è un danno davvero pericoloso in quanto assolutamente irreversibile con la moria dell’intera pianta e con la necessità di una semina totale dell’area colpita.
  • Le arvicole e i danni da piccoli animali: un tipo di uccisione invernale molto identificabile è causato da piccoli roditori che si lasciano stretti meandri di erba morta sul prato. Essi trascorrono gli inverni scavando tunnel sotto la neve o sotto i detriti del prato, mangiando le radici delle piante. Le tracce morte indicano i punti in cui tali animali hanno mangiato e distrutto completamente i tessuti radicali.