Bottos 1848

I SILICATI

Che cos’è un elemento essenziale per un vegetale? È qualche cosa della quale la pianta ne ha bisogno per crescere e riprodursi (ciclo completo della vita); nient’altro può sostituirlo.

Quali sono gli elementi definiti “essenziali”? Sono 17 e possono essere così elencati: Carbonio, Idrogeno, Ossigeno, Azoto, Fosforo, Potassio, Calcio, Magnesio, Zolfo, Ferro, Molibdeno, Rame, Manganese, Cloro, Boro, Zinco, Nickel.

Da una definizione di un libro di testo, vengono definiti “quasi” essenziali i seguenti elementi: Silicio, Cobalto, Alluminio, Vanadio.

Il Silicio può essere quindi considerato come un nutriente per le piante da includere e considerare nei fertilizzanti a scopo commerciale? L’AAPFCO (Association of American Plant Food Control Officials) ha elevato il Silicio da elemento marginale a sostanza fortemente benefica per le piante affermando che è ormai “dimostrato dalla ricerca scientifica che il Silicio è utile a una o più specie di piante”.

Si è dimostrato che il Silicio ha:

  • Effetti diretti comprovati sulla soppressione di diverse patologie
  • Collegamenti con l’aumento della resistenza del tappeto erboso all’usura e al calpestio
  • Efficacia nel potenziamento della rigidità della lamina fogliare consentendo un miglior rotolamento di palline da Golf e/o palle da Calcio
  • Vantaggi legati alla resistenza alla siccità ed agli stress da eccessi di salinità

Proviamo a fornire la terminologia corretta dell’elemento Silicio per la fisiologia vegetale. Con il termine di Silicio si identifica il singolo atomo dell’elemento descritto dalla formula/abbreviazione Si. Raramente il Silicio è presente nei terreni sotto questa forma pura. Tendenzialmente esso proviene da minerali argillosi silicati, come la Caolinite (Al2Si2O5(OH)4) oppure da alluminosilicati come il feldspato di Potassio (KAlSI3O8). La forma predominante nei terreni è l’acido silicico, Si(OH)4.

Il Silicio dalle piante può ritornare al suolo.

Esiste quindi nei substrati di coltura un pool di composti inorganici ed organici contenenti Silicio. Gli agenti atmosferici disciolgono gli alluminosilicati e i minerali argillosi e rendono disponibile l’elemento. Il Silicio “biologico”, a sua volta, fornisce Si al terreno principalmente su base vegetale sotto forma di fitoliti di Silicio che verranno poi a loro volta scissi in composti più semplici. Quindi il Si inorganico viene assorbito dalle piante che lo possono ricedere ed è perciò “riciclabile” nel terreno.

Come entra il Silicio nella pianta?

Vi erano due scuole di pensiero e si è ancora in fase di dibattiti e discussioni: possibilità di trasporto passivo e/o di trasporto attivo.

Attualmente è stato dimostrato che il Silicio viene assorbito dalle radici come acido silicico e depositato come Ossido di Silicio (SiO2) nelle pareti cellulari vegetali. Recentissimamente (2006, che è una data molto vicina per studi scientifici) è stato dimostrato un chiaro trasporto di tipo attivo del Silicio nel riso attraverso la linfa ascendente.

Ma in sostanza perché i vegetali necessitano di Silicio? Che cosa fa nella pianta?

Il Silicio forma una vera e propria barriera meccanica sulle foglie, stabilendosi sotto la cuticola, inspessendo le pareti cellulari che diventano più dure, tenaci e addensate. Fornisce così una protezione di tipo fisico nei confronti di tutti gli stress abiotici con particolare riferimento al calpestio elevato, alla siccità (riduzione delle perdite per traspirazione) e della salinità (fenomeno anch’esso direttamente collegato all’evatraspirazione ed alla concentrazione di sali nelle soluzioni). Produce una resistenza indiretta anche nei confronti delle malattie fogliari, diminuendo i siti potenziali di attacco utili per i patogeni (i funghi devono rimanere per più tempo sulla foglia per poter penetrare nell’ospite e quindi possono essere degradati/uccisi dalle condizioni atmosferiche e/o resi inefficaci da altri meccanismi di difesa delle piante che nel contempo hanno avuto modo di formarsi, come ad esempio le fitoalessine). Questo elemento determina un’attivazione più rapida e più forte delle difese di carattere genetico e di tipo enzimatico all’interno della specie considerata. Inoltre produce un sensibile miglioramento della capacità fotosintetica (con relativa produzione di carboidrati di riserva e di conseguenti altre sostanze utili per le piante) e del sistema antiossidante dei vegetali.

Tutto questo avviene su quali piante? Il riso è una delle graminacee che maggiormente si avvantaggia del Silicio, ma tutto ciò accade anche all’interno delle graminacee per tappeti erbosi.

E come si è arrivati a stabilire questo? Prendiamo spunti dalle analisi sulle malattie. Si è partiti da studi sulla Magnapothe oryzae, conosciuta anche come Pyricularia grisea o Gray Leaf spot. A questo proposito si riportano delle tabelle estremamente esemplificative di dati che dimostrano meglio delle nostre parole quanto affermato.


Tabella 1 (Datnoff, 2005):

Tabella 2 (Brecht e collaboratori, 2004):

Tabella 3 (Brecht e collaboratori, 2004)

Tabella 4 (Datnoff e Rutherford, 2004)

Tabella 5 (Schmidt e collaboratori, 1999)

Tabella 6 (Uriarte e collaboratori, 2004)

Riprendendo in considerazione altri parametri prima citati, è stato dimostrato che il Silicio ha ridotto i problemi di siccità su Poa pratensis, probabilmente grazie all’azione degli enzimi antiossidanti (Bae e collaboratori, 2017). Tale elemento ha anche migliorato la tolleranza alla siccità nei confronti di Stenotaphrum secundatum (Trenholm, 2004).

Vediamo altri parametri, come la salinità. L’elemento allevia lo stress salino, riduce la presenza di Sodio nei germogli e nelle radici, aumenta il numero e la lunghezza dei culmi su Cynodon dactylon (gramigna), Festuca arundinacea e Lolium perenne (Esmaelii e collaboratori, 2005). Su Poa pratensis ha coadiuvato ad allungare le dimensioni fogliari con miglioramento dell’attività fotosintetica e diminuito la percentuale di Sodio nelle radici (Chai e collaboratori, 2010).

Quali sono le fonti di Silicio presenti sul mercato? Fondamentalmente
silicato di Calcio, silicato di Magnesio e Calcio, ceneri di pula di riso, diatomee disidratate, acido ortosilicico, silicato di Potassio e silicato di Sodio.

Bottos ha scelto di operare attraverso il Silicato di Potassio nel prodotto SI-STRONG, da poco presente sul mercato nel nuovo flacone da 1 Kg.

Quindi sì… al Si? Sì al Silicio?

Certamente le sperimentazioni dovranno ancora continuare ed essere di molto implementate, ma si può affermare con tranquillità che l’elemento Silicio ha migliorato la rigidità delle foglie e la tolleranza al calpestio, ha contribuito a ridurre in maniera evidente l’incidenza di svariate patologie, ha migliorato la resistenza alla siccità ed alla salinità delle specie da tappeto erboso.

Con SI-STRONG l’evoluzione del verde ha fatto un ulteriore passo in avanti!