Bottos 1848

I FATTORI CRITICI DURANTE L’INVERNO

Con l’inverno tutta una serie di fattori diventano limitanti per lo sviluppo, la crescita e la corretta manutenzione dei tappeti erbosi. Proviamo ad elencarli e a vedere qualche piccolo particolare su ognuno di loro.

  • Luce: le ore di luce si accorciano durante le giornate e si riduce il rendimento della fotosintesi clorofilliana all’interno di ogni singola pianta. La produzione di energia dentro ogni singola cellula diminuisce e quindi le piante diminuiscono o arrestano il loro processo di crescita. Si consumano così i carboidrati di riserva accumulati durante il periodo vegetativo per il mantenimento delle funzioni vitali. Le piante rispondono meno alle sollecitazioni esterne e risultano più suscettibili agli stress in genere.
  • Aria: l’elemento aria è solitamente un fattore limitante durante l’inverno. Nelle tipiche condizioni invernali si manifesta una carenza d’aria con potenziale riduzione dell’apparato radicale e conseguente minor capacità di recupero delle piante. I fenomeni respirativi sono difficoltosi e le radici tendono a cambiare colore e diventare brunastre, sintomo di carenza di ossigeno nell’aria tellurica.
  • Acqua: contemporaneamente alla riduzione dell’aria nei substrati di coltura, durante l’inverno si presenta un eccesso idrico con occupazione da parte dell’acqua anche dei macropori. L’asfissia radicale è facilmente visibile in relazione anche a fenomeni di compattamento del terreno.
  • Temperatura: con acqua, aria e luce costituisce il quarto elemento principale per la salute e la corretta manutenzione dei prati. Ovviamente le basse temperature sono un limite importante per lo sviluppo sia delle microterme e sia delle macroterme, ma la genetica ha decisamente migliorato le risposte delle nuove cultivar con l’introduzione di caratteri di sopportazione delle basse temperature e del gelo.
  • Malattie: anche durante il periodo invernale si sviluppano delle patologie pericolose nei confronti dei tappeti erbosi. La Muffa rosa delle nevi o Microdochium nivale è probabilmente la più importante e virulenta malattia che colpisce i prati durante i periodi invernali. Typhula blight o Muffa grigia delle nevi è l’ulteriore difficoltà data da funghi patogeni nei confronti dell’erba. Le varietà resistenti costituiscono la principale forma di controllo, ma anche le nuove tecniche d’impiego di formulati composti da naturali funghi antagonisti completa il controllo delle difficoltà sopra espresse.
  • Capacità di recupero: rotture, danni da traffico o usura sono estremamente pericolosi e deleteri durante l’inverno. Le gemme di accestimento fermano il loro percorso di crescita e non riescono a chiudere eventuali buchi sul tappeto. Anche i rizomi e gli stoloni non aumentano di dimensioni e di diametro e non “lavorano” per colonizzare gli spazi liberi.
  • Gelo e disgelo: l’alternanza di condizioni di gelo e disgelo aiutano la creazione della corretta struttura del terreno creando delle microfratture per l’espansione radicale e per il movimento della soluzione circolante. Tuttavia se gli spazi aperti nel terreno risultano troppo grandi il rischio di gelate diventa davvero evidente e pericoloso con danni irreparabili alle radici.
  • Riduzione sviluppo radicale: si tratta di un fattore decisamente limitante nella fase di mantenimento in salute dei tappeti erbosi. Chiaramente durante l’inverno le radici arrestano il loro processo di crescita e non svolgono praticamente più la loro funzione di suzione delle sostanze nutritive.
  • Resistenza al traffico: in presenza di gelo i potenziali danni da traffico sono davvero pesanti e pericolosi. Le foglie si spezzano, fuoriescono i succhi cellulari e le piante rischiano di morire per disidratazione.
  • Colore: la bassa capacità fotosintetica e il consumo dei carboidrati di riserva riduce l’effetto colore e non permette l’esecuzione della fotosintesi clorofilliana. I fili d’erba perderanno costantemente colore e risulteranno più deboli con la tendenza a filare.
  • Dormienza e semi-dormienza: le specie macroterme adottano il meccanismo della dormienza per difendersi dal freddo, diventando completamente gialle e bloccando i principali processi fisiologici. La specie microterme in taluni casi si spostano verso situazioni di semi-dormienza con riduzione delle proprie azioni fisico-meccaniche-chimiche e con ridotta capacità di recupero.