Bottos 1848

LA CORREZIONE DEI TERRENI PESANTI IN INVERNO

Durante l’inverno la presenza di terreni pesanti può essere una discriminante evidente per la difficoltà di manutenzione ed uso dei tappeti erbosi.

I movimenti dell’aria tellurica sono oltremodo ridotti e gli eccessi idrici sia in superficie e sia nelle regioni più profonde causano una riduzione dell’apparato radicale con successiva moria del medesimo, soprattutto per le parti più fini del capillizio indicato per la suzione degli elementi nutritivi dalla soluzione circolante.

In Italia un terreno di natura argillosa costituisce la norma. E quindi le situazioni di compattazione ed asfissia radicale sono all’ordine del giorno.

Possiamo e dobbiamo quindi intervenire per assicurare il mantenimento dei prati durante l’inverno dando performances adatte sia in ambito sportivo così come in quello ornamentale.

Diventano determinanti le operazioni agronomiche che devono essere svolte in maniera adeguata e professionale, con attrezzature idonee e assume la massima importanza la conoscenza delle esigenze e dei comportamenti delle diverse tipologie di prato.

terrreno

Le operazioni di decompattazione (Verti-Drain) sono da considerarsi al pari di una pratica di ordinaria manutenzione. La possibilità di regolazione dell’angolo di entrata nel terreno aiuta in maniera assoluta la perfetta gestione della mancanza d’aria e dell’impossibilità di percolazione dell’acqua. Con il cosiddetto “lifting” si creano delle microfratture anche negli strati più profondi. La diretta conseguenza si traduce in radici bianche, profonde, attive e sane. Altra conseguenza è la rapida eliminazione delle acque meteoriche in eccesso con assenza di condizioni di fango in superficie e il mantenimento sempre di un’adeguata copertura a verde. Ulteriore conseguenza è la colorazione intensa del cotico, segnale del mantenimento della capacità fotosintetica delle piante con relativo accumulo di carboidrati di riserva nelle medesime.

vertidrainAltri aiuti nella cura dei terreni pesanti (oltre all’aggiunta di substrati leggeri sui quali non ci soffermeremo) sono l’impiego di tensioattivi e l’inserimento in quantità adeguate di sostanza organica “nobile” (attenzione! Adeguate non vuol dire eccessive).

I tensioattivi aiutano a ridurre la tensione superficiale dell’acqua e quindi a farla defluire in un tempo più rapido. Lavorano direttamente nella riduzione del black-layer facilitando i processi di ossidazione nei substrati, regolano i passaggi e trasferimento della soluzione circolante (colore più intenso dell’erba per miglior impiego dei microelementi presenti) e aiutano nella prevenzione del muschio, evitando processi di “finger-flow” (deflusso immediato in canali preferenziali e accumulo dell’acqua in zone circoscritte) e/o di mancato movimento dell’acqua (stagnazione in microaree con accumuli puntiformi). In questa fase lavorano anche sul tasso di evapotraspirazione diminuendo la quantità d’acqua che fuoriesce dal terreno, evitando i danni da brina e migliorando la calpestabilità dei prati.

La sostanza organica, distribuibile anche in forma liquida (si pensi ad esempio al Vigor Liquid o all’Always) forma poi dei legami particolari con i colloidi del terreno conservando ed ottimizzando tutta la catena dei microelementi (come un agente chelante vero e proprio), acidifica il substrato migliorando l’assorbimento degli elementi nutritivi sia in termini quantitativi e sia in termini di durata e lavora sulla struttura con mantenimento dell’equilibrio tra microporosità e macroporosità.

Vogliamo così esprimere un concetto forte e controcorrente: l’inverno non deve essere esclusivamente periodo di potature in un giardino. L’inverno è una fase determinante per la manutenzione dei prati con pratiche agronomiche importantissime e con la distribuzione di elementi fondamentali per la salute dei medesimi.