Bottos 1848

La ripresa vegetativa del tappeto erboso

E’ arrivato Marzo. E con lui (si spera) si preannuncia anche la primavera.

Le temperature si alzano e aumentano le ore di luce (si allunga il fotoperiodo). Termina finalmente l’inverno con le sue giornate grigie e fredde ed inizia la nuova stagione carica di vita ed energia. La natura si risveglia dal suo “letargo” e riaccende tutta una serie di funzioni vitali che esplodono, per il campo di nostro interesse, nella rivegetazione di alberi, arbusti e prati.

Da bravo cultore della materia e ambientalista, l’esperto giardiniere deve assecondare questa fase della vita e della natura con tutta una serie di accorgimenti e di comportamenti atti a rendere veloci e non traumatici il risveglio vegetativo e lo sviluppo dell’erba.

Diventa, per esempio, obbligatorio porre attenzione al livello e alle scorte di carboidrati di riserva che la pianta ha prodotto prima dell’inverno, accumulato negli organi di riserva e consumato in tale stagione.

springgggPer avere un motore che parta a mille serve che nella macchina ci sia almeno un po’ di carburante prima di arrivare alla stazione di servizio e fare il pieno. Ecco quindi che ad una semplice osservazione che ci fa verificare un prato di colorazione chiara, con frammiste foglie di colore addirittura giallo, con fili d’erba molto carichi di acqua e con un ridotto sviluppo dell’apparato radicale (dovuto al naturale eccesso d’acqua invernale), occorre controbattere con un aiuto immediato, rapido ed efficace.

La risposta altro non è che una leggera fertilizzazione di risveglio che permette di superare questa prima fase di crisi potenziale in maniera brillante ed immediata.

A tal proposito occorre utilizzare strumenti di lavoro adeguati e specificatamente studiati per l’occasione, come Nutriprato della linea Belprato per le piccole superfici, o come Sprint N della linea professionale Master Green. La loro formulazione, la scelta dei costituenti e la forma fisica (granulo fine ed omogeneo) permettono un’immediata assimilazione nelle giuste quantità da parte delle piante con una risposta fortemente positiva e favorevole al superamento della fase “critica” di accensione del motore.

Il colore riprende immediatamente la giusta tonalità e brillantezza, segnale tangibile di una ripresa della fotosintesi clorofilliana necessaria per trasformare l’energia del sole in zuccheri e metaboliti utili per il tappeto erboso. L’alta percentuale di potassio in entrambi i concimi, totalmente solubile, coadiuva e promuove lo sviluppo radicale, con formazione di nuove radici bianche e vigorose.

Fertilizzanti come quelli appena citati sono gli strumenti più efficaci e più economici in questa fase per la manutenzione dei tappeti erbosi, poiché sono in grado di spingere le piante in condizioni favorevoli, ma si fermano in caso di eventuali ritorni di freddo, assai probabili ancora in questa fase nell’areale italiano (fasce costiere escluse).

Come abbiamo già accennato, all’uscita dell’inverno il prato può presentare una serie di piante più o meno disseccate e ricche di lignina, dal classico colore giallo paglierino.

L’arieggiatura (o verticut) in questo caso diventa un intervento determinante per la salute del prato. Tale operazione (tagli verticali senza incidere il terreno) sfoltisce il campo da materiale ormai morto e prossimo alla decomposizione, facendo respirare il cotico, permettendo la circolazione dell’aria tra le foglie e diminuendo in maniera drastica l’eventuale formazione di malattie fungine. Operare con siffatta modalità d’azione nel periodo indicato (inizio primavera), tutela l’operatore dalla successiva potenziale invasione di malerbe che altrimenti creerebbero delle pericolose discontinuità del prato a scapito delle essenze impiantate.

Anche sul terreno occorre dare un’occhiata, sia dal punto di vista fisico, sia da quello chimico e sia da quello microbiologico e provvedere a probabili correzioni.

L’azione invernale alternata del gelo e del disgelo potrebbe avere causato dei movimenti all’interno del terreno ed in taluni casi anche un leggero distaccamento delle radici dal suolo stesso. Una delicata rullatura per effettuare un assestamento del terreno può rivelarsi un’operazione assai indicata. Si noti bene che volutamente si è utilizzato il termine assestamento e non compattazione (fenomeno estremamente negativo). Ciò significa che lo strumento rullo deve essere leggero e che deve distribuire il suo peso su di un’adeguata superficie per rispettare l’equilibrio tra micro e macroporosità del terreno (corretto rapporto acqua/aria).

Dal punto di vista chimico si consiglia di effettuare un’analisi del terreno per ottenere in maniera scientifica i dati inerenti gli elementi nutritivi minerali presenti ed utilizzabili e le eventuali correzioni da apporre. A tal proposito esistono numerose strutture accreditate nell’intero territorio italiano ed i costi risultano ormai contenuti e fortemente accessibili.

L’aspetto della fertilità e della microbiologia (microrganismi e sostanza organica) non va assolutamente dimenticato. L’impiego di elementi liquidi di facile utilizzo, come Pre-Stress (estratto ad alta concentrazione a freddo naturale di alghe del genere Ascophyllum) e/o Vigor Liquid (combinazione di acidi umici e fulvici immediatamente disponibili per le piante e per il terreno) alle dosi consigliate di etichetta forniscono il giusto contributo di sostanza organica “nobile” e ristabiliscono l’equilibrio e l’attivazione della microflora microbica del terreno, fonte di vita e di fertilità.

E con tutte queste attenzioni il prato non potrà che ringraziarci, restituendoci vita, ossigeno, benessere e felicità.