Il clima è diventato sempre di più un elemento di difficile controllo nella gestione dei tappeti erbosi. Ed il bravo operatore deve sapersi adattare a tutti i mutamenti climatici in corso che sfalsano le tempistiche di determinate operazioni agronomiche e creano talvolta degli scompensi nella gestione del prato.
A fronte di un fine autunno e di un inizio inverno decisamente miti e “poco umidi” che hanno permesso in svariate zone d’Italia di continuare a prolungare il periodo di semina e di gestione di crescita dell’erba, ci siamo trovati poi di fronte ad una fase centrale invernale decisamente rigida e con numerosi eventi atmosferici che sembrano non voler ancora finire.
Attualmente le temperature sono al di sotto della media, ma soprattutto il regime idrico (piogge) continua ad essere evidente e importante. I terreni sono generalmente saturi d’acqua ed il risveglio vegetativo rallentato.
Certamente l’aumento delle ore di luce ha comunque comportato un riavvio dei manti erbosi che iniziano a voler spingere e crescere.
Tutte queste situazioni comportano un’attenzione leggermente più curata rispetto al passato dei nostri prati.
Anche il muschio, nelle aree dove riesce a svilupparsi meglio, è letteralmente esploso e alcune patologie, come ad esempio il Microdochium nivalis, sono tutt’ora presenti e virulente.
La quantità di rugiada mattutina è evidente e se decidessimo di fare una bella passeggiata mattutina… dovremmo armarci di scarpe impermeabili o stivali.
Già in questa fase, quindi, bisogna assolutamente aiutare il prato ad allungare le sue radici per evitare un possibile e pericoloso sviluppo superficiale del medesimo.
Occorre gestire l’eccesso d’acqua nei substrati di coltura operando nel senso della sua eliminazione e percolazione negli strati più profondi.
Ove possibile, sarebbe buona norma ridurre l’incidenza mattutina della rugiada, elemento benefico se presente nelle giuste proporzioni, ma pericoloso se in eccesso.
Bisogna sostenere la giusta voglia di crescere del prato con una nutrizione bilanciata e a cessione programmata in linea con le esigenze del momento.
Risulta necessario iniziare ad operare dei tagli di pulizia e di cura del prato con macchine con lame affilate, facendo attenzione alla corretta impostazione delle altezze di taglio relative ai miscugli impiantati.
Per tutte queste situazioni ci sostengono la tecnica e la conoscenza.
Una fessurazione del terreno attraverso dei semplici tagli verticali (slicing) esercita una correzione nell’eliminazione dell’acqua in eccesso e nell’introduzione di benefica aria (ossigenazione dei substrati). Anche una semplice chiodatura o forconatura manuale in caso di piccole superfici, è un’operazione determinante per il successivo sviluppo corretto del vegetale. Con questi semplici e non invasivi interventi si introduce una buona quantità di aria e si migliora il rapporto tra macroporosità e microporosità del terreno, formando degli spazi leggeri e vuoti per lo sviluppo radicale in profondità e per la risalita capillare della soluzione circolante contenente gli elementi nutritivi.
L’industria fornitrice di mezzi di consumo per la manutenzione dei prati negli ultimi anni ha sviluppato dei prodotti totalmente atossici e innocui per l’uomo e per l’ambiente che ci possono aiutare nella gestione dell’eccesso di produzione mattutina di rugiada. Si tratta della categoria degli agenti umettanti (o tensioattivi o ancora surfattanti). Essi agiscono principalmente in due direzioni: in primis riducono la tensione superficiale dell’acqua, quasi come se riuscissero a formare tante piccole goccioline che in questo modo riescono a penetrare nel terreno e non ristagnano sulla superficie dell’erba, e secondariamente riescono a gestire i movimenti ascensionali ed orizzontali della soluzione circolante, grazie alla loro costituzione chimica che si lega in maniera precisa e duratura con le molecole d’acqua. Una semplice distribuzione a cadenza mensile di questa tipologia di materiali diventa un elemento essenziale nella gestione della rugiada e addirittura nei confronti del muschio!
Anche la fase nutrizionale è a maggior ragione determinante in questo periodo di eccesso idrico. La classica concimazione di risveglio con prodotti a pronto effetto di rapido consumo può diventare limitativa nello sviluppo delle radici delle piante che trovano tutto il materiale loro necessario per la crescita nei primi strati di terreno. Modalità di cessione programmata/lenta cessione (Polyon, MU, SCU) sono “fondamentalissime” per l’uscita dall’inverno e l’entrata corretta nella primavera nelle attuali situazioni pedo-climatiche.
E il taglio? Fondamentale!
E’ ora di rasare il prato con cadenza precisa e continua, piuttosto con limitate quantità di erba, ma con frequenza elevata.
E il prato non potrà che ringraziarci, restituendoci con grande amore tutte le attenzioni che gli portiamo e che “questo tempo sbandato” (Ivano Fossati, Una notte in Italia, 1986) ci costringe a compiere.