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GRAY LEAF SPOT – LA NUOVA PATOLOGIA DELLE SUPERFICI SPORTIVE

Gray Leaf spot o “macchia grigia” è una malattia fogliare che colpisce principalmente il loglio perenne e in seconda istanza la Festuca arundinacea. È causato da un agente patogeno fungino (Pyricularia grisea) che infetta e distrugge le lamine delle foglie. Le infezioni fogliari possono progredire ed arrivare fino alla zona della corona, causando la morte delle piante. Può presentare un andamento lieve ed un decorso lento, ma in occasione di estati calde e umide può avere scoppi rapidi e estremamente virulenti con la morte e il decadimento di vaste aree di tappeto.

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In una prima fase e ad una visione superficiale, i focolai iniziali di Gray Leaf spot sembrano simili a macchie dovute a stress da siccità. Il tappeto erboso interessato assume spesso una prima colorazione blu-grigia ed è notevolmente assottigliato. Ma un’ispezione più ravvicinata rivela la presenza di foglie arrossate e soprattutto con lesioni distinte (macchie necrotiche). Occorre prestare molta attenzione nella fase iniziale della comparsa dei primi sintomi in quanto, essendo la sviluppo della patologia molto veloce, i sintomi sulle foglie saranno di breve durata e non rimarranno visibili per lungo tempo. Inoltre, quando le macchie fogliari sono evidenti, esse possono essere confuse con i sintomi causati da altre malattie fogliari e quindi l’identificazione accurata già nel primo decorso della patologia è fondamentale.

L’importanza di ottenere l’identificazione accurata il più presto possibile deve essere enfatizzata: la malattia si diffonde così velocemente e il controllo è così oneroso che un ritardo nell’identificazione può essere davvero molto costoso in termini di manutenzione e ripresa del prato.

La Pyricularia grisea può perdurare negli inverni dell’intero territorio italiano all’interno del feltro e di sostanza organica in decomposizione. Tuttavia la sua sopravvivenza durante l’inverno è estremamente bassa. A meno che il tappeto erboso non sia gravemente danneggiato da un’epidemia molto estesa, è improbabile che lo stesso patogeno che ha causato un danno nell’anno precedente possa minacciare il loglio perenne anche nell’estate successiva. Più spesso le superfici a prato della nostra penisola sono infette dalle spore del patogeno disperse nell’aria che vengono trasportate da temporali e/o vento. Perciò, una volta condotto e stabilito nelle zone di attacco, l’agente patogeno produce moltissime spore su parti di tappeto erboso infette e diffonde localmente la malattia.

Le nuove infezioni si generano facilmente sulle lamine fogliari non protette (varietà non endofizzate e cultivar non resistenti) e causano ulteriori lesioni in grado di produrre un’altra generazione di spore, continuando il ciclo della malattia.

Il loietto, soprattutto quello giovane, di età inferiore ai due anni, è estremamente suscettibile. Questo può comportare dei serissimi problemi su tutte quelle superfici soggette a continue trasemine come gli impianti sportivi. Ecco perché in condizioni moderatamente favorevoli, grandi spazi di erba giovane possono morire anche in poche settimane. Livelli eccessivi di Azoto contribuiscono ad aumentare la gravità della malattia.

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Che cosa si può fare per debellare, controllare e risolvere questo nuovo problema dei prati?

Innanzitutto (e soprattutto) occorre procedere con la selezione e l’impiego di cultivar che presentino una forma di controllo nei confronti della patologia. Le differenti varietà di loglio perenne variano nella loro suscettibilità nei confronti del Gray Leaf spot, anche se nessuna può essere considerata resistente al 100%. BENCHMARK, ALLSTARTER e SPYGLASS mostrano altissimi livelli di resistenza alla Pyricularia grisea e sono fondamentali nella lotta contro questo patogeno.

La malattia NON colpisce la Poa pratensis e la Poa annua. Scegliere varietà resistenti ed inserire della Poa pratensis in fase di rigenerazione sono due percorsi da seguire per la prevenzione del problema.

Quali sono le pratiche colturali idonee alla soppressione della malattia?

Poiché l’umidità sulla superficie delle foglie è importante per tutto il ciclo della malattia, gli sforzi dovrebbero essere fatti per evitare pratiche che estendono i periodi di permanenza della rugiada. Pertanto, l’irrigazione non deve avvenire mai nel tardo pomeriggio o nella prima serata, soprattutto dopo che si sono già verificate delle epidemie. Verticut, scarifiche, decompattazioni, rullature, sono altre pratiche colturali che tuttavia appaiono avere scarso effetto sullo sviluppo della Pyricularia grisea. Risulta invece assai opportuno l’impiego di specifici tensioattivi (anche in combinazione con altri elementi liquidi come fertilizzanti e/o bioattivati), nello specifico WATER PLUS e WATER X (novità in catalogo da gennaio 2019): essi abbassano la tensione superficiale dell’acqua e riducono la presenza dell’umidità sulle foglie.

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Controllo chimico. I fungicidi sono importanti per il controllo del Gay Leaf spot. I prodotti di sintesi maggiormente efficaci sono ascrivibili alle famiglie delle strobilurine e ad altri composti. Si ricorda nuovamente che per ogni situazione occorre sempre tenere in considerazione le possibilità d’impiego descritte nel Piano d’Azione Nazionale (PAN) e fare riferimento anche alle relative legislazioni e disposizioni regionali.