I tappeti erbosi sono caratterizzati da un sistema di radici fibrose estremamente fini. L’apparato radicale è una componente nascosta, ma importante di tutte le specie da prato. Le radici lavorano in fase di assorbimento dell’acqua, di assorbimento dei nutrienti, come sistema di ancoraggio al terreno e nella tenuta delle zolle. Effettivamente il sistema radicale delle essenze graminacee ha un’abilità straordinaria nell’assunzione degli elementi nutritivi e nella protezione della qualità delle acque sotterranee.
I germogli/foglie di prato hanno la loro regione meristematica e attività di divisione e allungamento cellulare situate alla base. Quindi, la punta della foglia è la parte più vecchia della porzione vegetativa e le gemme basali sono la struttura più giovane. Di conseguenza la parte più “antica” della foglia viene asportata durante il taglio. Accade l’esatto contrario nelle radici, dove la punta più distante dalla corona è la parte più giovane della radice. Quindi, per esempio nella raccolta delle zolle, i meristemi o le punte crescenti delle radici vengono tagliati. Di conseguenza, la formazione di nuove strutture radicali deve provenire dai tessuti meristematici della corona e dai nodi di steli laterali, come stoloni e rizomi.
I principali siti attraverso cui acqua e sostanze nutritive vengono prelevati dalla soluzione circolante e portati dentro la pianta sono i peli radicali. Questi elementi sono delle estensioni molto delicate, biancastre posti all’esterno delle cellule epidermiche. Questi peli sono microscopici e quindi non possono essere visti ad occhio nudo. Tuttavia la superficie di terreno esplorata è da 5 a 10 volte superiore rispetto al sistema radicale primario e secondario (elementi, invece, normalmente visibili). Pertanto, capire come i fattori ambientali, le pratiche colturali e le sostanze chimiche influiscano sui peli radicali è un’importante preoccupazione in relazione alla massimizzazione del tappeto erboso nel poter assumere acqua e sostanze nutritive.
La maggior parte delle essenze da prato sono perenni, ma diverse specie (Lolium perenne, Agrostis stolonifera, Poa trivialis) hanno sistemi radicali annuali.

Il periodo critico nella perdita delle radici per le microterme è verso la metà dell’estate quando le temperature del suolo ad una profondità di circa 10 cm superano i 27° C. Viceversa, per le macroterme le difficoltà arrivano in primavera con temperature del terreno che misurano circa 18° C.
L’ampia gamma di fattori ambientali che influenzano la crescita delle radici sono:
- Consistenza del suolo: terreni sabbiosi o franco-sabbiosi permettono il massimo sviluppo radicale
- Temperatura del suolo: la crescita ottimale delle radici avviene per le microterme a temperature del terreno comprese tra 10 e 18° C, mentre per le macroterme l’optimum di crescita si raggiunge tra 24 e 29° C
- Reazione al suolo: un pH del terreno tra 6,0 e 7,5 è il preferito
- Compattazione del suolo
- Irrigazione del suolo: i terreni saturi portano a morte rapida del sistema radicale, in particolare dei peli radicali. Pertanto, è importante garantire adeguati drenaggi superficiali e profondi, oltre a un’irrigazione appropriata in cui il tasso di applicazione di acqua non superi il tasso d’infiltrazione della medesima
- Aerazione del suolo: l’ossigeno tellurico è fondamentale per supportare il sistema radicale. Quindi è determiante possedere il corretto spazio vuoto (macroporosità) per garantire il movimento verso il basso dell’ossigeno e verso l’esterno dei gas potenzialmente tossici
- Salinità del suolo: le radici sono negativamente influenzate da un alto livello di concentrazione salina del suolo. Questo problema può essere risolto mediante delle periodiche irrigazioni profonde che coinvolgono una quantità di acqua in eccesso rispetto al tasso di evapotraspirazione al fine di garantire una lisciviazione verso il basso dei sali (oltre a permettere un ulteriore approfondimento della radice)
- Feltro (eccesso): in tal caso il suolo respingerà l’acqua a causa di rivestimenti organici che circondano la sabbia e/o i colloidi. La soluzione migliore disponibile per correggere questi problemi è il tempestivo impiego di agenti umettanti/tensioattivi/surfattanti
- Ombra: la crescita all’ombra di solito fornisce un sistema di radici ridotte a causa della mancanza di luce solare per l’efficacia delle fotosintesi, processo che fornisce i carboidrati necessari per crescita delle radici
Ci sono un certo numero di elementi colturali che influenzano fortemente la crescita delle radici e che quindi possono risultare sotto il controllo del bravo operatore. Essi sono:
- Altezza di taglio: maggiore è l’altezza di taglio, maggiore è l’area fogliare per l’attività fotosintetica che produce carboidrati. Il tutto a supporto di una maggiore crescita delle radici
- Livello nutrizionale di azoto: un equilibrato apporto di nutrienti azotati consente un apporto bilanciato di carboidrati per supportare sia la crescita dei germogli e sia delle radici. Un eccesso di azoto supporta in maniera troppo forte la sola crescita della parte aerea
- Livelli di potassio e ferro: elevati livelli di potassio durante tutto l’anno sono importanti per garantire lo sviluppo della radice, che a sua volta contribuisce alla resistenza alla siccità. Il ferro fornisce in parte alcuni degli stessi vantaggi del potassio
- Irrigazione: l’acqua d’irrigazione dovrebbe essere applicata in maniera poco frequente, ma con quantità importanti.
- Feltro: pratiche colturali adeguate per evitare un accumulo eccessivo di feltro sono nel contempo un’azione di aiuto per lo sviluppo radicale
- Erbicidi di pre-emergenza: un certo numero di erbicidi di pre-emergenza (antigerminello) mostrano vari gradi di tossicità per le radici d’erba. Quindi occorre prestare attenzione e professionalità nel loro utilizzo
Questo breve excursus è semplicemente per rimarcare la profonda (in tutti i sensi) importanza delle radici, del loro stato di salute e della loro corretta manutenzione al fine di ottenere i prati che desideriamo.