Pressoché tutte le essenze da tappeto erboso prediligono substrati di coltura sciolti e sub-acidi per la loro crescita.
Ma che cosa s’intende per terreno sciolto?
Sostanzialmente si pensa ad un suolo leggero, occupato per buona parte da spazi vuoti di differenti dimensioni. Questi vuoti costituiscono la macroporosità quando sono grandi e la microporosità quando sono ristretti. La macroporosità viene occupata dall’aria tellurica e la microporosità dall’acqua del suolo. La macroporosità si riempie di acqua in fase di piogge intense e/o irrigazioni (punto di saturazione) che poi viene dispersa nelle falde per azione della forza gravitazionale. La microporosità trattiene, invece, la soluzione circolante, la redistribuisce al terreno e la rende disponibile alle radici attraverso la risalita capillare.
Un suolo ideale per tappeti erbosi risulta costituito per il 55-60% da parti solide, per il 25-30% da aria e per il 15-20% da acqua.

Le parti solide del terreno vengono suddivise a seconda della loro grandezza in ordine decrescente (dal più grande al più piccolo) in sabbia, limo e argilla. Ogni frazione descritta presenta delle caratteristiche positive e degli aspetti negativi per lo sviluppo e la crescita dei manti erbosi.
Le particelle solide di suolo più grandi, cioè la sabbia, sono quelle che lasciano maggiori spazi vuoti tra di loro e permettono di contrastare più facilmente il principale fenomeno che causa in maniera diretta ed indiretta la quasi totalità dei problemi del prato: la compattazione del substrato di coltura.
Tale fenomeno determina la contrazione e la distruzione della macroporosità, eliminando l’aria tellurica che non potrà più circolare determinando asfissia radicale e conseguente morte del tappeto erboso (le piante praticamente non respirano più e muoiono soffocate).
Di contro la grande presenza di sabbia lavora sostanzialmente come un grande setaccio dove la soluzione circolante e gli elementi nutritivi non vengono trattenuti e si disperdono facilmente negli strati più profondi.
Quindi un terreno particolarmente leggerò sarà sempre meno fertile di un terreno tenace ed argilloso a parità di condizioni manutentive e di relative fertilizzazioni.
L’altra traduzione del concetto appena espresso è che un terreno a base sabbiosa necessiterà di un numero di fertilizzazioni superiori rispetto ad un terreno pesante.
Ma gli eventuali costi superiori di nutrizione saranno di gran lunga sempre meno onerosi e meno pericolosi di quelli da affrontare per risolvere il problema della compattazione.
Questo determina la “necessità” per la coltivazione dei prati di avere a disposizione dei substrati di coltura con tanta sabbia.

Studi ormai comprovati stabiliscono che se si potesse scegliere il terreno, il migliore in assoluto sarebbe una miscela con almeno l’80-85% di sabbia silicea da letto di fiume (angoli smussati), di una certa granulometria, confinando il contenuto di sostanza organica, limo e argilla (oltre a qualche sasso) non oltre il 15-20 % oltre alla totale assenza/bassa presenza di calcare, Sodio e Cloro. In ambiti particolari, tipo i Greens dei Campi da Golf, si richiedono quantità di sabbia silicea oltre il 90-95%!
Purtroppo terreni ideali per tappeti erbosi nella nostra penisola non si trovano, salvo in alcune piccole aree in prossimità di delta dei fiumi o in alcune fortunate zone costiere, e dunque, siamo costretti in fase di costruzione a modificare il terreno di partenza con l’apporto di sabbie per avvicinarci il più possibile al substrato ideale per tappeti erbosi.
Nello stesso tempo possiamo integrare ed inglobare materiali leggeri anche in prati già esistenti, sfruttando le tecniche di rigenerazione, grazie alle operazioni di sabbiatura superficiale (top dressing), carotatura e bucatura che, se ripetute più volte, possono nel tempo modificare la tessitura e la struttura almeno fino allo strato interessato dalle radici. Quest’ultima strategia è senz’altro più costosa della prima e necessita di tempi più lunghi per ottenere i risultati voluti rispetto alle modifiche fatte prima della semina.
Consigliamo di porre molta attenzione al terreno di partenza e dedicare risorse per quelle modifiche necessarie, anche se possono sembrare costose, perchè quello che si spende nella preparazione del substrato prima della semina lo si risparmia di gran lunga in manutenzione ogni anno, riducendo i trattamenti antiparassitari, ottimizzando l’irrigazione e le concimazioni e migliorando la fruibilità del prato.
Per facilitare concettualmente la comprensione di quanto necessario, consideriamo uno spessore di 10 cm di terreno come “habitat” sufficiente per lo sviluppo ottimale dei manti erbosi (che poi altro non è che lo spessore necessario per ottenere un apparato radicale sano e robusto). Dunque se vogliamo portare il contenuto di sabbia all’80%, dovremmo avere 8 cm su 10 cm a base di sabbia, che tradotto in volume significa 80 litri di sabbia/m2. Tale valore è molto grande: ciò significa che con 1 m3 di sabbia, cioè circa 15 quintali di peso, si riescono a correggere “solo” 12,5 m2!
In realtà a questo calcolo dobbiamo sottrarre il contenuto di sabbia già contenuto nel terreno di partenza, dato che si ottiene grazie ad una semplice analisi granulometrica di un campione di terreno, elemento ottenibile da qualsiasi laboratorio chimico agrario con poche decine di euro. Ammettiamo di aver letto dalle analisi che il contenuto di sabbia totale del terreno considerato sia del 40%. Ciò vuol dire che 4 cm sugli 8 desiderati sono già nel terreno. Questo riduce l’apporto di materiale leggero necessario che passa da 80 l/m2 a 40 l/m2. A questo punto, nel nostro esempio, con 1 m3 di sabbia si coprono 25 m2 e la voce di spesa diventa affrontabile già da subito.
Nella pratica spiccia, se non è possibile fare un’analisi del terreno o se non si possono affrontare voci di spesa magari impegnative, è bene non prendere in considerazione la formazione di un “carpet” (tappeto) come descritto sopra, ma è probabilmente più attuabile un ammendamento del terreno aggiungendo da 5 a 10 l/m2 di sabbia silicea lavata e vagliata, miscelandola con il substrato di coltura presente in loco durante la fase di costruzione del giardino. In questo caso la miscelazione (fresatura) diventa obbligatoria perché potenziali strati troppo poco profondi di sabbia causerebbero uno sviluppo radicale eccessivamente superficiale delle radici con potenziali problemi al sopraggiungere degli stress abiotici.
Ma in ogni caso… un buon tappeto erboso nasce da substrati leggeri e freschi. Per questo la sabbia ci vuole!