CHE COSA FARE? CHE COSA UTILIZZARE? CHE RISULTATI ASPETTARSI?
La primavera avanza.
E in qualche occasione annuncia già delle temperature pre-estive che allietano le giornate e che ci fanno venire voglia di “verde”. La nostra passione per il prato diventa sempre più pressante. Alcuni pensano già alle grigliate in compagnia, certuni ad una semplice passeggiata. Altri ancora a svaghi, giochi, serenità.
E qualcuno “si morde le mani” perché non ha ancora provveduto a seminare o ripristinare il suo giardino. Certo, ci sono state senz’altro difficoltà oggettive e la colpa è di nessuno.
Però, … “Accidenti! Adesso arriva il caldo e non posso più seminare. Dovevo pensarci prima…”.
Questo potrebbe essere il tradizional-pensiero di chi non ha potuto ancora verificare le innumerevoli possibilità che la selezione varietale, gli affinamenti delle pratiche agronomiche, le nuove tecnologie di rilascio dei fertilizzanti e le aziende preparate di settore, ci hanno ormai consegnato.
Il bravo professionista sa che l’evoluzione ha davvero fatto passi da gigante e ha fornito mezzi e possibilità importantissime.
Egli sa che la R-evolution Bottos è già iniziata da tempo.
Proviamo ad analizzare le varie situazioni e a vedere come si può affrontare, quindi, il tema delle semine e trasemine tardive.
Divideremo l’argomento in due filoni principali inerenti differenti tipologie di lavoro (nuovi impianti e rigenerazioni) e cominceremo con esaminare le operazioni di semina.
Cercheremo di fare delle generalizzazioni, anche abbastanza estreme (quindi certamente poco precise e foriere di discussioni), per semplificare il discorso e fornire delle basi di pensiero e confronto per tutti.
Si può ancora seminare a Maggio? Anzi, si può ancora seminare a Giugno?

La risposta è lineare e diretta. E come tutte le cose semplici è anche estremamente efficace. La risposta è SÌ.
Diventano, tuttavia, necessari dei distinguo per riuscire a diminuire l’incidenza di costo e di fallanza della semina dovuti ad una serie di fattori che si presentano in quantità critica durante questo periodo. In particolare ci riferiamo all’innalzamento delle temperature, alla potenziale invasione di essenze infestanti e al possibile svilupparsi di patologie fungine.
Partendo dal presupposto che tutte le operazioni tradizionali dei periodi ottimali di lavoro devono essere comunque eseguite (pulizia dell’area, lavorazioni del terreno, concimazioni di fondo, livellamento delle superfici, eventuali correzioni con ammendanti, strutturazione dell’impianto d’irrigazione, ecc.), ci concentreremo sugli aspetti determinanti per la riuscita degli impianti tardivi.
Come bisogna gestire l’acqua?
L’acqua è l’elemento determinante per il movimento degli elementi nutritivi nel suolo. L’acqua è il principale costituente dei vegetali. L’acqua è la più importante fonte di termoregolazione (controllo della temperatura) dell’erba.
Quindi, non discutendo sulla disponibilità della medesima (elemento dato per certo), la gestione dell’acqua durante la fase di semina tardiva è, ovviamente, risolutiva.
Non tanto nel senso, ribadiamo, della disponibilità, cioè della sua presenza come elemento fondamentale per la nutrizione (soluzione circolante) o per il suo contenuto all’interno delle cellule (se non c’è acqua non c’è vita).
L’aspetto che in fase di semina va tenuto maggiormente in considerazione è quello del controllo delle temperature, con specifico riguardo ai possibili innalzamenti che potrebbero diventare pericoli e causare dei veri e propri shock termici.
E, allora, come si deve operare?
L’illustrazione sotto riportata, semplifica il concetto.
Le temperature durante l’avanzare della giornata aumenteranno. Il bravo operatore interverrà con il dovuto anticipo con un leggero adacquamento per evitare l’eccessivo innalzamento delle medesime.
La condizione termica dell’aria per avere la più alta efficacia nella germinazione dei semi, a livello della foglia dovrebbe presentare valori compresi tra 18 e 24°C. Quando quindi la temperatura istantanea si avvicina ai 20-24°C, accenderemo l’impianto d’irrigazione e lo faremo funzionare con una distribuzione di circa 1-2 mm d’acqua (traduzione per un’installazione idrica di “ordinaria” portata con irrigatori dinamici a scomparsa: 2-3 minuti a normali pressioni d’esercizio).
In una giornata “tradizionale” di Maggio/Giugno l’aria a livello del terreno si scalderà più rapidamente (ricordiamoci che il terreno è nudo) e queste piccole bagnature avverranno in numero pari a circa 4-6 volte/giorno a partire probabilmente dalle 10 di mattina per terminare intorno alle 17-18 di pomeriggio/sera.
Abbiamo volutamente indicato dei numeri e delle misure che non sono assolutamente universali e vanno correlate a tutte le condizioni pedo-climatiche in essere, ma ci premeva fornire comunque dei riferimenti di facile utilizzo e confronto.
Con piccole quantità d’acqua il seme non si sposta e non si creano ruscellamenti, anzi esso rimane incollato al terreno. Con piccole quantità d’acqua si tiene sotto controllo il fenomeno dell’evaporazione dal suolo e si “mantiene” la soluzione circolante in quantità adeguata. Con piccole quantità d’acqua si controlla la temperatura e si permette al seme di compiere tutti i processi fisiologici per l’emissione delle piccole radichette e dei nuovi germogli del prato.
A questo aspetto, o meglio, alla durata di tale pratica, si lega direttamente la scelta delle specie impiantate e ancora di più, grazie alla ricerca, delle varietà utilizzate e inserite nella miscela.
La velocità d’impianto, durante una semina tardiva diventa anch’essa fondamentale sul parametro controllo temperatura perché una coltre erbosa densa e fitta diventa un filtro “magico” per la regolazione della medesima.
Bottos ha posto una particolare attenzione a questo aspetto.
Sia nel comparto dei prati rustici a base di Festuca arundinacea e sia in quello delle cosiddette foglie fini (o prato inglese).
Già in passato con la varietà INFERNO, Bottos aveva inserito dei caratteri di precocità di germinazione e sviluppo all’interno dei propri miscugli. Questa particolarità si è accentuata ancora di più con l’introduzione della cultivar a nome REBOUNDER. REBOUNDER presenta le massime performances in termini di velocità di germinazione, capacità di accestimento (produzione di germogli laterali dal colletto) già a partire dai primi periodi e una fortissima attitudine nell’avvantaggiarsi delle ore di luce presenti nella giornata (infatti è tra le migliori varietà in commercio per la ripresa vegetativa primaverile, quando il fotoperiodo inizia ad aumentare). Non a caso REBOUNDER è stata introdotta in ROYAL BLUE PLUS, ROYAL PARK e ROYAL SEA. E non a caso si tratta di miscele che rispondono a climi caldi, a situazioni al limite, ad ambienti dove le scorte idriche sono contenute e servono immediatamente piante adulte e forti, e a germinazioni potenzialmente difficili (nella miscela ROYAL BLUE PLUS tutte queste prerogative vengono ulteriormente aiutate dalla presenza di concia con inoculo micorrizico integrato).
Proviamo ad analizzare alcune tipiche caratteristiche di ogni miscela in modo da fornire alcuni criteri di scelta più opportuna tra di loro.
Si deve seminare in tarda primavera avendo poca acqua a disposizione? La risposta è ROYAL SEA con la presenza di una minima percentuale di loietto per l’immediata colonizzazione dell’area, seguita dallo sviluppo di REBOUNDER o INFERNO. La presenza di Cynodon dactylon ROYAL BENGAL fornirà poi la robustezza verso le ulteriori successive carenze idriche.

Si vuole affrontare la semina tardiva dovendo utilizzare tanta acqua perché le temperature sono già decisamente elevate? E allora come si può fare nei confronti delle patologie? La scelta cade su ROYAL BLUE PLUS, dove a varietà precoci (REBOUNDER), alla presenza di Poa pratensis decisamente performante con il caldo (AWARD), a cultivar rizomatose di Festuca arundinacea (TPC), si associa il trattamento naturale di concia a secco con inoculo micorrizico integrato contenente anche ceppi di Trichoderma spp., Pseudomonas spp. e Bacillus spp. con aiuto immediato nella formazione delle difese dirette ed indirette delle piante.
Occorre chiudere immediatamente degli spazi perché sappiamo già che il terreno si coprirà d’infestanti (il tanto temuto “pabbio”) che erano già presenti gli anni precedenti e/o che si trovano nei giardini limitrofi? Allora bisogna indirizzarsi su ROYAL PARK. La sua singolare costituzione specifica e varietale (FAT CAT, INFERNO, REBOUNDER, BENCHMARK/THRIVE) accentua il carattere di velocità di chiusura degli spazi, limitando il raggio d’azione delle malerbe.
E il MACISTE come si comporta nei confronti delle semine tardive? Riesce ad avvantaggiarsi dei piccoli e continui apporti idrici che gli si fornisce in fase di germinazione? Anche per lui la risposta è SÌ e uno dei motivi è l’introduzione del nuovissimo Lolium perenne THRIVE (elemento completo, rapido e assai resistente alle principali patologie fogliari), oltre alla presenza di Poa pratensis, come JACKPOT o SR2100, a rapida germinazione.
Nel comparto a foglie fini, le varietà Bottos di germoplasma americano si comportano in maniera brillante verso i picchi di alta temperatura e ridotta disponibilità idrica, sia in termini di traspirazione, sia in quelli di efficienza fotosintetica e sia in quelli relativi all’allungamento ed irrobustimento radicale. ROYAL GOLF per prati in condizione di sole e/o mezz’ombra e ROYAL SPORT presentano varietà interessantissime, come il nuovo loietto GALLEY STAR (pseudostolonifero), lo straordinario BENCHMARK (n° 1 nelle prove USA), il completo e rapido THRIVE e le Poe ANSWER ed AWARD (massima tolleranza a caldo, calpestio, taglio basso, usura).
Quindi è possibile superare gli eventuali problemi dovuti al caldo anche in fase di semina tardiva impiegando le corrette varietà insieme all’acqua, che è un elemento determinante per permetterci di controllare la temperatura (il caldo) al fine di mantenere le condizioni adatte alla nascita dei nuovi germogli.
E come la mettiamo con le infestanti?
Certamente qui la lotta si fa dura. E in questo caso solo i duri vincono.
Per vincere contro le malerbe bisogna essere più veloci di loro.
Per vincere contro le erbacce bisogna essere più “cattive” di loro.
Per vincere contro le erbe indesiderate bisogna essere robusti, vigorosi e subito in grado di trasformarsi in esseri adulti ed autosufficienti.
Anche in questo caso le miscele elencate prima ci permettono di fare la differenza. E lo fanno sempre grazie alle loro costituzioni varietali. Vediamole.
- TPC: semplicemente si tratta della varietà che va bene sempre e dappertutto. È il “prezzemolo” che sta bene in ogni ricetta e la rende più armonica e giusta. Resiste all’ombra; ama il sole; non teme il calpestio; la sua resistenza verso Rhizoctonia solani è proverbiale; forma un apparato radicale denso e fascicolato; produce forti e robusti rizomi; compie la fotosintesi clorofilliana in ogni situazione di fotoperiodo (ascendente e/o discendente).
- REBOUNDER: rapida. Immediata. Accestimento precoce e aggressivo. Velocissima ripresa vegetativa. Apparato radicale profondo. Basse richieste manutentive. Altissimo livello di endofizzazione. Forte resistenza agli stress abiotici e biotici.
- FAT CAT: alta densità (controllo naturale dell’incidenza delle infestanti). Bassa crescita verticale (ridotto numero di tagli). Forte accestimento laterale con emissione di nuovi germogli dalla base. Cultivar eccellente per tappeti in pieno sole e/o esposti in condizioni di ombra parziale.
- EYECANDY: alta densità. Tessitura fogliare gentile (ridotta larghezza della lamina). Forte tolleranza al calpestio (indicata anche per usi sportivi). Colore intenso per una perfetta e continua attività fotosintetica (con conseguente produzione di sostanze di riserva ed energia per le piante). Alta resistenza alla salinità (e, di riflesso, alla siccità).
- BENCHMARK: tessitura media per un perfetto bilanciamento tra i processi respiratori, traspirativi, circolatori (linfa ascendente e linfa discendente) e la capacità fotosintetica. Altissima endofizzazione. Tra le migliori resistenze verso tutte le patologie fogliari. Facile ed economica manutenzione. Varietà “elastica” con risultati perfetti sia in semina e sia in trasemina. La qualità migliore in assoluto in commercio.
- GALLEY STAR: altissima resistenza alla Piricularia grisea. Eccellente tolleranza al calpestio (uso sportivo e residenziale). Rapidissimo passaggio tra la fase di plantula e pianta adulta. Sviluppo precoce di pseudostoloni. Varietà di grande pregio anche per eventuali trasemine su macroterme. Elevato livello di endofizzazione con azione diretta sul controllo degli insetti. Tra le migliori cultivar come resistenza alla siccità e/o all’eventuale impiego di acque di bassa qualità. Precocissimo insediamento e colonizzazione delle superfici. Certificata A-LIST.
- THRIVE: specificatamente selezionato per la sua resistenza alle patologie fogliari. Altissima qualità. Grande tolleranza al calpestio. Rapidissima spinta vegetativa e chiusura degli spazi. Fortissima endofizzazione. Elevata densità anche in condizioni di stress come il caldo e la siccità. Varietà certificata A-LIST verso la manutenzione a bassi input manutentivi.
- JACKPOT: varietà “economica” a basse richieste manutentive. Foglia di colore brillante/intermedio. Rapidissima germinazione e formazione precoce di forti e robusti rizomi. Adattissima alle semine primaverili. Forte resistenza nei confronti delle ruggini e delle patologie fogliari. Calpestabilissima con veloce ripresa vegetativa ed elevata densità estiva. Non gradisce terreni fortemente acidi.
- AWARD: una delle capostipiti del ceppo Midnight, ancora con le migliori performances quali-quantitative durante l’estate.
Con tutto questo non si vuole certamente dichiarare che il problema infestanti sia da considerarsi finito. Le malerbe graminacee annuali saranno sempre in agguato, desiderose di fuoriuscire. Dovremo quindi ricordarci sempre, oltre alla scelta varietale, di smuovere il meno possibile il terreno per non dare troppa luce alla banca seme contenuta nel suolo. Dovremo ricordarci che una buona correzione con una concimazione di fondo, magari additivata d’inoculo micorrizico integrato (NUTRATTIVA 6.2.6) permette di riallineare gli stadi fisiologici tra infestanti e “erba buona”. Dovremo ricordarci che fornire degli elementi nutritivi equilibrati (concimazione starter con BIO START P o PRO START) ridurranno la distanza germinativa tra malerbe e semi impiantati.
Alcune infestanti certamente germineranno e nella prima fase, se possibile, partendo già dai primi periodi, bisognerà intervenire con una scerbatura manuale, soprattutto nei confronti delle malerbe che produrranno più massa (Portulaca oleracea, Digitaria sanguinalis, Echinocloa crus-galli).
Argomento malattie.
Su questo capitolo siamo molto ferrei, da sembrare addirittura antipatici (e ce ne scusiamo in anticipo). I principali artefici del sopraggiungere delle patologie… siamo noi.
Sì, siamo noi. Siamo noi operatori. Fondamentalmente con un impiego errato dell’impianto d’irrigazione, fornendo volumi d’acqua troppo importanti dei quali beneficeranno soprattutto i funghi patogeni.
Quindi la prima forma di protezione dalle malattie è “chiudere l’acqua”.
L’acqua per la reale germinazione è quella già contenuta nel terreno che per risalita capillare va a contatto con il seme e le nuove prime radichette. Non è quella che non diamo per aspersione superficiale che, invece, serve solo per la regolazione della temperatura.
Quindi non accaniamoci a dare acqua. E poi acqua. E poi ancora acqua.
Faremmo semplicemente del male a noi e al nostro prato.
Se ad un impiego corretto dell’impianto d’irrigazione inseriamo varietà rustiche, con apparato radicale profondo già nei primi stadi di vita, con sviluppo di precoci e forti rizomi, con importante accestimento
precoce per un incremento immediato della capacità di eseguire la fotosintesi clorofilliana, allora stiamo lavorando nella direzione giusta.
Così, insieme alla poca acqua, TPC sviluppa la forte resistenza alla Rhizoctonia solani (Brown patch).
Insieme ad un regime idrico corretto REBOUNDER dimostra comportamenti di buona tolleranza al Dumping off o malattia delle plantule. Utilizzando a modo l’impianto d’irrigazione BENCHMARK e THRIVE sono tra le massime espressioni nella resistenza alla Magnaporthe oryzae (Piricularia grisea o Gray Leaf spot). JACKPOT, appartenente al ceppo Mid-Atlantic Aggressive, documenta forte tolleranza alle ruggini e alle patologie fogliari in genere. AWARD, insieme alla resistenza al caldo, unisce anche caratteri molto intensi verso il Summer patch (Magnaporthe poae). FAT CAT e EYECANDY sono due Festuche arundinacee molto robuste con spiccati caratteri di tolleranza al Filo rosso (Red thread) e alle fusariosi estive ed invernali.
I discorsi sui 3 filoni d’interesse (disponibilità e uso dell’acqua, eventuale presenza d’infestanti e potenziale sviluppo di patologie) valgono esattamente anche per le rigenerazioni e le risemine parziali. Le miscele ROYAL PARK e MACISTE nei prati rustici, e ROYAL BLEND in quelli a foglia fine, sviluppano tutte le migliori caratteristiche necessarie per compiere tali interventi, anche in periodi che di solito vengono definiti “scomodi”.
A questo punto, per cercare di fornire delle risposte concrete ed esaustive agli amici professionisti, ritorniamo alla domanda iniziale. Si possono eseguire semine e trasemine tardive con l’avvicinarsi dei periodi più caldi?
Certamente i costi d’intervento saranno un po’ più cari perché occorrerà aumentare leggermente la dose di semina di un 5-10% circa rispetto a quella “tradizionale”. Sicuramente sarà richiesta un’attenzione maggiore verso gli elementi più problematici da contenere. Indubbiamente le pratiche manutentive post-semina e le fertilizzazioni dovranno essere bilanciate ed eseguite sempre con materiali professionali.
Ma la risposta è SÌ, fortemente SÌ.
Sui campi da calcio, sui terreni sportivi, come su aree residenziali e giardini privati.
Tutto questo è ricerca. Tutto questo è selezione. Tutto questo è progresso ed evoluzione.
Tutto questo è Bottos.
Tutto questo è seme performante in ogni occasione, anche a dosi più elevate senza eccessive competizioni tra gli individui perché diventeranno subito adulti con apparato radicale sviluppato e conseguente capacità di risposta agli stress.
Tutto questo è fertilizzante di preparazione con elementi naturali equilibrati e fortificanti della biofertilità per avere sempre terreni disponibili verso le essenze “buone” che impiantiamo.
Tutto questo è concime granulare bilanciato per le specifiche esigenze. È prodotto liquido biostimolante, bioattivato, bioinduttore per “accendere” tutte le difese naturali delle piante.
Tutto questo è tensioattivo-radicante che riesce ad accumulare e “fermare” l’acqua nel terreno nelle corrette proporzioni mantenendo il giusto rapporto tra macroporosità e microporosità.
Tutto questo è partnership con i propri clienti, che diventano dei colleghi e che utilizzano le corrette tecniche e le giuste pratiche colturali per gli interventi anche più complicati.
Tutto questo è… R-evolution!